Aldo Moro, politica è partecipazione

Si è aperto con un momento molto emozionante il quinto appuntamento della Scuola di Politica organizzata dall'Azione Cattolica Diocesana.

Brani di scritti di Aldo Moro sono stati letti da Cristiano Magni e da Chiara Bruni, accompagnati al flauto traverso da Marco Alviti e al clarinetto da Elena Adorni. L’introduzione dell’incontro ha assunto le caratteristiche del vero e proprio spettacolo teatrale, grazie alla preziosa regia di Laura Bonelli, che ha emozionato e permesso di introdurre una figura centrale della storia repubblicana italiana e della storia del cattolicesimo italiano.

A questo momento ha fatto seguito l’intervento di Agnese Moro, terzogenita dello statista DC, che ci ha accompagnato nell'esperienza umana e politica del padre, partendo proprio dai suoi ricordi e da una sequenza di foto di famiglia che hanno permesso di entrare con maggiore efficacia nel personaggio.

Agnese Moro ha voluto in primo luogo ricordare Peppino Impastato giornalista ucciso dalla mafia proprio lo stesso giorno del padre il 9 maggio 1978.

Agnese è partita da una provocazione. "Oggi tutti diciamo che la politica fa schifo e che questo paese fa schifo ma noi cosa facciamo per questa nostra Italia. Mio padre era una persona normale che si è fatto questa domanda e ha deciso che bisognava fare qualcosa".

Diverse sono le caratteristiche di Aldo Moro sottolineate dalla figlia.

Moro aveva una fede ferma, tanto che nella lettera d'addio indirizzato alla moglie dalla prigione delle Brigate Rosse, afferma "queste sono le vie del Signore", mostrando come anche in quella situazione estrema la Fede era rimasta intatta.

Questa fede lo portava ad amare profondamente la libertà per se e per gli altri, coniugando come in una canzone di Gaber "libertà è partecipazione".

Dalla fede e dall'ansia di libertà nasceva il suo amore per il mondo e la capacità di rilanciare continuamente per migliorarlo. Moro non amava le rendite di posizione quando raggiungeva un traguardo politico era immediatamente pronto ad una nuova sfida.

Altra sua caratteristica, che purtroppo gli costerà la vita, era la capacità di interporsi tra diverse posizioni e la dedizione nel perseguire questo obiettivo.

C'è poi un elemento centrale per Moro ed è la ricerca del bene e dell'amore. Non si tratta però di un amore romantico ma di una passione per raggiungere libertà, pace, valori umani e giustizia e la politica è lo strumento per raggiungerli.

Proprio su questi principi Aldo Moro ha cercato di avvicinare prima il mondo cattolico alla politica, visto che si trovava in una situazione di ostilità alla democrazia non partecipando ad essa dal momento del "non expedit". Sempre su questa onda ha cercato di avvicinare le masse popolari e solo per questo ha cercato di coinvolgere comunisti e socialisti al governo del paese.

Moro fu anche profondo lettore anche del movimento giovanile tanto che già nel 1969 invitava i partiti ad avvicinare i giovani alla politica.

Al denso pomeriggio ha partecipato il Vescovo S. E. Mons. Carlo Mazza sempre presente alla Scuola di formazione all'impegno politico e sociale, da lui fortemente voluta e sostenuta.

Massimiliano Franzoni

Le foto dell'incontro - (25 foto)

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