Il Papa e l’ateo

Siamo certi che non è una moda, ma qualcosa che rappresenta una novità assoluta e allo stesso tempo un seme di speranza, perché il dialogo è sempre segno di speranza.

La Repubblica del 24 settembre scorso ha infatti pubblicato la risposta di Papa Benedetto XVI al volume del matematico Piergiorgio Odifreddi. Nel suo libro "Caro Papa ti scrivo", edito da Mondadori, Odifreddi criticava la visione cristiana del mondo ispirata dai volumi su Gesù scritti da Joseph Ratzinger. Benedetto XVI da tempo meditava una risposta a quello che è per molti il simbolo italiano dell’ateismo intellettuale militante.

Lo stile è sicuramente diverso rispetto a quello del successore, perché si basa essenzialmente su fondate basi intellettuali e teologiche e lascia solo pochi spazi a concetti di altro tenore.

Il primo punto è addirittura la base di ogni valutazione e cioè l’applicazione del metodo scientifico. Benedetto XVI contesta la definizione della matematica come unica scienza esatta e dice che il metodo scientifico può essere applicato ad altri rami del sapere, compresa la teologia.

La funzione essenziale della teologia è secondo Papa Ratzinger mantenere la religione ancorata alla ragione. Del resto sul tema fede e ragione il Pontefice emerito aveva già discusso, prima di ascendere il soglio pontificio, con un altro grande laico Marcello Pera.

Da questo rapporto fede-ragione ne discende immediatamente uno fede-storia. Criticando la visione di Gesù proposta da Odifreddi, che secondo il Papa emerito,  “non è degna del suo rango scientifico”, esprime una verità spesso difficile da accettare anche per i credenti. “…Ho chiarito – dice Ratzinger – in modo evidente che l’esegesi storico-critica è necessaria per una fede che non propone miti con immagini storiche, ma reclama una storicità vera e perciò deve presentare la realtà storica delle affermazioni anche in modo scientifico”.

I cattolici per primi devono convincersi, troppo spesso soffocati dal pensiero debole, che “il Gesù descritto nei Vangeli è anche il Gesù storico; che si tratta di storia realmente avvenuta…”.

Dopo l’attacco sulla storicità negata della figura di Gesù Papa Benedetto sferra l’affondo finale. La religione matematica di Odifreddi non tiene conto di dimensioni umane essenziali come il male. Ogni religione-scienza, che ignora parti essenziali dell’esperienza umana, è da ritenere al fine vuota. Per tutti gli altri sarebbe un colpo definitivo ma Odifreddi non abbandona la sua verve polemica e nel suo corsivo, sulla stessa pagina di Repubblica, in cui informa che proprio dal Vaticano è venuta l’autorizzazione a rendere pubblico il carteggio, riconosce a Ratzinger la capacità scientifica di contrapposizione rivendicando poi la possibilità di replica in una, ci pare sincera, ricerca comune della Verità.

Del resto non poteva andare in altro modo visto che Ratzinger non si era sottratto nemmeno ai temi più scottanti, come quello della pedofilia, rivendicando anche in questo caso con rigore scientifico le sue posizioni. Questa piaga, secondo Papa Benedetto XVI, è diffusa molto meno nella Chiesa di quanto lo sia nella società e lui stesso nell’esercizio del suo pontificato mai ha cercato di mascherare queste cose. Con amarezza afferma inoltre che i media hanno strumentalizzato la vicenda quasi “si trattasse di un sudiciume specifico del cattolicesimo”.

Alla fine è comunque lo stesso Ratzinger a lasciare aperto uno spiraglio affermando che nonostante le aspre differenze di visione “non mancano del tutto le convergenze”.

Massimiliano Franzoni

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