Riformarsi per riformare società e istituzioni

Si è tenuta a Castenaso in provincia di Bologna l’assemblea regionale dell’Azione Cattolica, a cui ha partecipato anche una delegazione della nostra Diocesi.

L’appuntamento regionale si pone all’inizio del cammino, che porterà l’intera associazione a celebrare la quindicesima assemblea nazionale a Roma nel prossimo maggio.

La riflessione è stata pertanto incentrato sul tema della democraticità, a 40 anni dalla scelta democratica fatta dall’associazione sotto la guida di Vittorio Bachelet.

La relazione della giornata è stata tenuta dal padre gesuita Francesco Occhetta membro del Collegio degli scrittori di Civiltà Cattolica. Molto significativo è stato il titolo, che Padre Occhetta ha dato alla sua relazione, “Riformarsi per riformare società e istituzioni”.

Il gesuita è partito dalla domanda fondamentale e cioè cos’è oggi la democrazia. Lo scenario, che pare al quanto disarmante, lascia però spazio anche ad alcune ragioni di speranza. Per radicare questa speranza è necessario che i politici e tutti noi aumentiamo la nostra spiritualità, che non significa moltiplicare le pratiche religiose ma purificare la propria fede.

Il relatore si è poi spostato sui linguaggi della politica e ha fatto un’identificazione di alcuni leader politici con i loro linguaggi: Monti illuminista, Berlusconi commutativo e Grillo identitario.

I cattolici sono abituati ad un linguaggio razionale, che identifica il problema e lo sviscera indicando modalità per risolverlo, ragionando poi insieme sulle conseguenze di questi interventi. Questo tipo di linguaggio è ormai tramontato nella comunicazione politica. Una svolta è stata sancita dalla discesa in campo di Silvio Berlusconi, che ha cominciato a parlare alla pancia del paese. Sulla sua onda si innesta quello che viene definito il linguaggio narrativo, praticato da molti leader del momento come Matteo Renzi. Il pericolo del linguaggio narrativo è che spesso non ci fa capire quali sono le conseguenze delle soluzioni proposte.

All’interno di un mutamento di linguaggio ci sono altri caratteri socio politici che sono profondamente mutati. Non esiste più un ethos condiviso e il pensiero cattolico non rappresenta più un punto di riferimento per la stragrande maggioranza della società italiana. Tant’è che la definizione “mondo cattolico”, appare ampiamente superata.

Altre storture animano poi lo scenario politico. C’è un’eccesiva tecnicizzazione, tale per cui il politico non è più colui che progetta e pensa la politica ma un mero esecutore. Allo stesso tempo il potere del volto e dell’immagine hanno ampiamente superato quello delle idee. La politica è sempre più una professione a maggior ragione ora, quando, grazie alla legge elettorale nazionale, non c’è un legame tra il politico, eletto in parlamento, e il territorio di riferimento. Le stesse autonomia locali sono in continuo scontro con il potere centrale, mettendo in discussione ogni passo compiuto verso un sistema di tipo sussidiario.

Il relatore ha presentato anche quelli che sono per lui i modelli di democrazia. La nostra democrazia rappresentativa appare in grave crisi e questo è motivo di riflessione anche per l’Azione Cattolica, che sulla rappresentatività ha permeato l’intero suo processo democratico. Esiste poi la democrazia liquida sul modello del Movimento Cinque Stelle, che ha come obiettivo la distruzione dei corpi intermedi (sindacato, associazionismo ecc..). Si propone invece un rapporto diretto con il leader e l’espressione della volontà dei cittadini attraverso i social media. Questo comporta due gravi rischi: le minoranze che decidono per la maggioranza ed un’eccessiva dipendenza dal leader.

Il percorso proposto da Occhetta è invece quella della democrazia diretta partecipata, che cerca di coinvolgere i cittadini nelle scelte a partire dalla mediazione dei corpi intermedi, a cui si cerca di restituire rappresentatività.

Il relatore ha anche indicato alcune caratteristiche per chi si vuole impegnare in politica o assumere responsabilità associative: curare bene il dialogo, essere persone di discernimento e di frontiera.

Rispetto allo schema politico attuale per il giornalista di Civiltà Cattolica non ci sono oggi le condizioni di un partito dei cattolici, anche se il bipolarismo attuale si sta spostando verso il centro e questo consente ai cattolici di svolgere un importante ruolo politico.

In questo scenario è decisivo nella Chiesa italiana il ruolo del laicato, che deve riprendersi un suo protagonismo e per fare questo può anche essere costretto ad alcuni strappi con la gerarchia, che deve abbandonare il campo delle scelte politiche dirette.

All’intervento di Padre Occhetta è seguito un lungo e approfondito dibattito che ha visto partecipare quasi tutte le diocesi emiliano romagnole presenti.

Massimiliano Franzoni

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