Insieme in Europa

Rilanciare il "sogno" europeo per ridare speranza e futuro agli europei

Insieme in Europa, ogni giorno

L’Europa è parte della nostra vita quotidiana. Anche quando non ce ne accorgiamo, siamo proiettati in una dimensione politica, legislativa, economica, culturale che va ben oltre i confini della realtà nazionale. Del resto le sfide che sono imposte all’umanità nella cosiddetta “era globale” superano le frontiere e pongono alle nostre generazioni problemi spesso comuni, che richiedono convincenti risposte comuni. In Europa siamo titolari di un’ampia sfera di diritti, nuovi ed ulteriori rispetto a quelli nazionali, in quanto lavoratori, imprenditori, consumatori, viaggiatori, cittadini. In questo senso l’Unione Europea rappresenta, nonostante le tante difficoltà che sono sotto i nostri occhi, una forma moderna, complessa, tuttora credibile, di democrazia capace di garantire un futuro migliore per gli stessi europei.

Insieme in Europa, più forti contro la crisi

La pesantissima recessione economica che negli ultimi anni ha investito le economie e i sistemi sociali del Vecchio continente ha colto l’Europa impreparata. Se in alcune nazioni le politiche di contrasto sono state più forti e decise, in altri – come nel nostro – si sono registrati gravi ritardi e inefficienze. Quanto all’Unione Europea, gli interventi messi in campo si sono concentrati principalmente sulla stabilizzazione dei conti pubblici nazionali, innescando un rigoroso processo di “austerità” che ha a sua volta rallentato la crescita e la lotta alla disoccupazione. La crisi è diventata, così, anche crisi di fiducia nelle istituzioni dell’Ue, rischiando di compromettere il processo di integrazione europea e favorendo il diffondersi di posizioni antieuropee o euroscettiche, frequenti anche nell’opinione pubblica italiana, prive tuttavia di lungimiranza o di una qualche credibile risposta politica. Ma dalla crisi si può uscire solo restando insieme. In Europa vi sono le risorse e gli strumenti per fornire una risposta efficace alla crisi, capace di salvaguardare il sistema della moneta unica e, al contempo, di stimolare la crescita e l’occupazione, di produrre redditi per le imprese e per le famiglie, di garantire maggiore sicurezza sociale. Solo allora la crisi potrà dirsi superata e l’intera costruzione europea potrà dirsi salva.

Insieme in Europa, con un progetto unico al mondo

Pace, solidarietà, promozione dei diritti fondamentali, creazione di un benessere diffuso, valorizzazione delle specificità nazionali in un quadro continentale, aperture al mondo: sulla base di tali valori, riscontrabili anche nella Dottrina sociale della Chiesa, si è realizzata dal secondo dopoguerra la “comunità europea”. Un progetto unico al mondo che fa dell’Europa un sogno per il quale continuare a impegnarsi. Proprio a partire da questi punti fermi diventa urgente rinnovare il “progetto” europeo, a suo tempo prefigurato da statisti del valore di Alcide De Gasperi, Konrad Adenauer, Robert Schuman, Jean Monnet, per costruire un’Europa più coesa, più forte, più unita per affrontare quei problemi dinanzi ai quali la politica nazionale non ha né mezzi né risposte all’altezza.

Insieme in Europa, per fare meglio

È necessario che i popoli e gli Stati membri dell’Unione Europea ritrovino uno slancio comune per affrontare e risolvere i “punti deboli” che traspaiono dalla costruzione comunitaria.  Occorre infatti un nuovo progetto di riforma che interessi il novero delle competenze e gli strumenti d’azione dell’Unione. È ormai sufficientemente condivisa l’esigenza che l’Ue intervenga anche in materia di politica fiscale ed economica, oltre che monetaria, rafforzando parimenti il proprio bilancio e le possibilità d’intervento a fini redistributivi e di riequilibrio tra aree che presentano un diverso grado di sviluppo. È necessario, inoltre, il consolidamento di un modello sociale comune, a fronte dell’accentuarsi dei fenomeni speculativi che poggiano sulle differenze salariali e sindacali tra i lavoratori dei diversi Paesi membri. Nemmeno può rinviarsi oltre uno sforzo congiunto sul piano della diplomazia e della difesa, che consenta ai Paesi dell’Unione di parlare con una sola – e più autorevole – voce di fronte alla Comunità internazionale. Si tratta di uno sforzo reso fra l’altro più urgente dai nuovi assetti geopolitici venutisi a creare nel Mediterraneo e dalla necessità di rinnovare il dialogo e la collaborazione con il mondo arabo-islamico. In questo campo, l’Europa deve assumersi precise responsabilità nei confronti del mondo intero in termini di promozione della pace, della giustizia e della solidarietà tra i popoli.

Insieme in Europa, dalla parte dei cittadini

Molto è possibile fare anche per ristabilire la fiducia dei cittadini nell’Europa stessa, per rendere l’Ue sempre più uno spazio di opportunità e crescita per tutti. La distanza che si è progressivamente venuta a creare tra i cittadini dei 28 Paesi aderenti e le istituzioni di Bruxelles e di Strasburgo potrà essere colmata mediante l’evidenza di risultati concreti che rendano – agli occhi dei giovani, delle donne e degli uomini del continente – necessario e irrinunciabile il livello di governo europeo, in una naturale e proficua collaborazione con i sistemi democratici nazionali. A tal fine occorre che i mass media “raccontino” quanto accade nelle sedi comunitarie in modo chiaro, trasparente, onesto, così che i cittadini possano conoscerne con maggiore consapevolezza gli obiettivi, le scelte e gli stessi risultati ottenuti dall’Ue. Non di meno le istituzioni scolastiche, le università, le associazioni di volontariato, i circoli culturali, le Chiese possono svolgere un ruolo positivo nel mostrare, ciascuno nel proprio ambito, il “valore aggiunto” che l’Europa può apportare alla vita dei cittadini Ue.

Insieme in Europa, per generare speranza

L’Azione cattolica italiana (che è parte del Fiac, Forum internazionale di Ac, uno degli strumenti con i quali l’associazione si apre alla dimensione mondiale) ha storicamente condiviso il “sogno” europeo, facendo propri gli esempi di tanti laici politicamente impegnati, gli insegnamenti della Chiesa cattolica e il magistero dei Papi, rivolti all’edificazione di un’Europa della vita, dei valori, della pace, della giustizia sociale. Così l’Ac si ritrova pienamente nel recente documento dei Vescovi europei (Comece, Commissione degli episcopati della Comunità europea, www.comece.eu), redatto per le imminenti consultazioni Ue, nel quale si legge: «Il messaggio cristiano è un messaggio di speranza. È nostra convinzione che il progetto europeo sia ispirato da una visione nobile del genere umano. Singoli cittadini, comunità e anche Stati-nazione devono essere capaci di mettere da parte l’interesse particolare alla ricerca del bene comune».  I Vescovi, dopo aver richiamato tra i “pilastri” dell’edificio europeo i principi di sussidiarietà e di solidarietà, sottolineano con forza, anche in ragione di talune derive sociali, etiche e morali che si riscontrano a livello continentale: «È essenziale ricordare che tutte le aree delle politiche socio-economiche sono sorrette da una visione dell’uomo radicata in un profondo rispetto della dignità umana. La vita umana deve essere protetta dal momento del concepimento fino a quello della morte naturale. La famiglia, quale elemento costruttivo fondamentale della società, deve anch’essa godere della protezione di cui necessita».

Insieme in Europa, per osare il futuro

L’occupazione, la promozione di un modello socio-economico sostenibile, la tutela della salute umana e dell’ambiente, una gestione equilibrata delle migrazioni, il nodo della sicurezza strettamente connesso con i diritti dei popoli (basti pensare a quanto accade in questo periodo in Ucraina, in Siria, sulla sponda meridionale del Mediterraneo…), la cooperazione con i Paesi poveri nei diversi continenti: sono alcune delle nuove frontiere che attendono un’Europa rinnovata nelle sue istituzioni, solidale, lungimirante perché orientata verso il futuro. Per queste ragioni l’Azione cattolica, in vista del voto per il rinnovo del Parlamento europeo, invita i suoi aderenti e tutti i cittadini a partecipare in modo consapevole, informato e motivato, alle elezioni del 25 maggio. La posta in gioco è troppo importante per lasciare che i venti populisti e antieuropei abbiano la meglio. Il protagonismo democratico, che è uno dei diritti ma anche un dovere dei cittadini, è quanto mai necessario per rinnovare e rilanciare quel progetto politico comunitario che ha dato molto all’Europa nella seconda metà del XX secolo e ancora di più può dare all’Europa e al mondo del XXI secolo.

Presidenza Nazionale dell'Azione Cattolica Italiana

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