La scuola ci sta a cuore

"La scuola ci sta a cuore" è il contributo che la Presidenza nazionale di AC consegna al Governo nell'ambito della consultazione pubblica sul documento "La buona scuola". Vi ha lavorato una commissione formata da consiglieri nazionali dei vari Settori e da membri dei Movimenti Studenti, Lavoratori e Impegno Educativo.

La scuola deve essere "comunità educante", in cui "si esercita la corresponsabilità" e l’istruzione viene trasmessa con "l'acquisizione di conoscenze e competenze". Il che significa, concretamente, rompere gli argini di una didattica spesso frontale; valorizzare modalità di apprendimento laboratoriali e di gruppo; includere il territorio e le famiglie con un potenziamento delle forme di partecipazione. Ancora prima, però, la scuola - "comunità educante" deve essere aperta a tutti: urge così intervenire sul diritto allo studio. Bisogna fissare a livello nazionale i criteri minimi di assistenza ai "privi di mezzi" (Costituzione art. 34), mentre oggi tale competenza è affidata alle Regioni (con ovvi squilibri).

L'AC chiede che anche la scuola dell’infanzia (o almeno l’ultimo anno di materna) diventi obbligatoria, poiché si tratta di un tempo cruciale per la maturazione dei bambini.

Così com’è necessario l’elevamento dell’obbligo formativo sino a 18 anni anche in presenza di esperienze professionalizzanti. È inoltre necessario che i percorsi scuola-lavoro e stage siano ben delineati e siano il frutto di un accordo a tre: scuola, imprese e studenti/famiglie con l’adozione di uno "Statuto degli studenti in stage".

Un nodo, che ha fatto molto discutere nella proposta del governo, è il criterio di valutazione e retribuzione dei docenti. L’AC prende posizione contro un sistema premiale che, nell’ottica di smascherare gli insegnanti inefficienti, andrebbe a inserire dinamiche competitive improprie alla scuola. Il rischio è quello di minare il lavoro cooperativo degli insegnanti che ha come obiettivo il "successo formativo" per gli alunni.

Nel documento del governo manca una proposta sulla riforma dei cicli. L’Italia rimane ancora uno dei pochi Paesi europei in cui le scuole superiori terminano a 19 anni e la scuola media è in chiara difficoltà. La proposta di AC è di passare ad una scansione con 7 anni di scuola primaria e 5 di scuole superiori. Si potrebbe risparmiare un anno suddividendo meglio gli apprendimenti.

Tutta la riflessione sulla scuola rinvia comunque ad un tema centrale che è quello delle risorse. Il Governo ha annunciato fondi importanti per l’assunzione di 150.000 precari e questo ci pare sicuramente un atto di giustizia. Nel contempo però si preannuncia un taglio ai fondi per l’autonomia scolastica Per valorizzare l’autonomia dei singoli istituti, valore riconosciuto dal documento del governo e dai provvedimenti legislativi dei precedenti esecutivi, è necessario che al 31 agosto ogni istituto autonomo abbia la certezza delle risorse che potrà investire per un’efficace programmazione.

Con “la buona scuola” il Governo ha seguito il metodo virtuoso della consultazione; ora è tempo di fare tesoro di queste idee. Sul piano scuola, il ministro Giannini e il presidente Renzi si giocano una grande fetta di credibilità politica.

Massimiliano Franzoni

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