Invito alla lettura - L’incontro


L’incontro

Autore Michela Murgia

Editore Einaudi

Pagine 108

Anno 2012

Prezzo Euro 10

Michela Murgia, classe 1972, si forma come educatrice e animatrice dell’Azione Cattolica ed è stata incaricata regionale del Settore Giovani della Sardegna. Nel 2004 ha ideato uno spettacolo che è stato rappresentato sulla Piana di Montorso a Loreto, in occasione dell’incontro tra l’AC e Papa Giovanni Paolo II.

Parte come redattrice di blog e da questa esperienza nasce il suo primo libro "Il mondo deve sapere", da cui viene tratto il film di Paolo Virzì "Tutta la vita davanti". Nel 2009 pubblica per Einaudi il romanzo "Accabadora" con il quale vince il Premio Campiello. Nel 2010, sempre per Einaudi, pubblica "Ave Mary. E la chiesa inventò la donna". Il libro riscuote un grande successo ma riceve sferzanti critiche dall’Osservatore Romano in quanto sarebbe fatto di idee banali.

Il protagonista di questo romanzo breve è il Noi in cui Maurizio, dieci anni, si rifugia nelle estati passati dai nonni a Cabras. La solitudine dell’inverno nella grande città, dove questo Noi fatica ad esprimersi, viene compensata dall’attesa per il periodo estivo dove il Noi è rappresentato dai compagni di gioco, dai nonni e dai loro vicini che la sera mettono le sedie fuori di casa e scambiano le impressioni e le notizie dalla giornata e dalla parrocchia che con la sua ritualità e i suoi eventi contribuisce in modo sensibile alla creazione di quella comunità rifugio, in cui i piccoli trovano le certezze di cui hanno bisogno. Nemmeno la crisi economica della famiglia e l’allontanamento dai genitori, costretti ad andare "in continente" per poter sopravvivere, sconvolgo più di tanto Maurizio che vede questo Noi divenire il compagno non solo dell’estate ma anche dell’inverno.

A sconvolgere questo Noi è l’erezione da parte del Vescovo di una nuova parrocchia a Cabras e l’avvio delle conseguenti diatribe di campanile che conosciamo benissimo. Le divisioni frantumano le sicurezze. Mettono in discussione rapporti di amicizia consolidati e in crisi una prassi che sembrava acquisita per sempre. Sembrano spezzare in via definitiva quel Noi fonte di certezza e di speranza.

Il Noi "non era un pronome come negli altri posti, ma la cittadinanza di una patria tacita dove tutto il tempo si declinava così, al presente plurale".

"I fatti narrati sono inventati dal vero, il che non significa che siano veri, né che i personaggi del racconto siano realmente esistiti. Anche se qualche volta mi sarebbe piaciuto".

Il post scriptum, che chiude il libro come nota dell’autore, ci narra tutta la bellezza del racconto della Murgia. Chi di noi non è stato protagonista di estati intere o di stagioni della fanciullezza o della giovinezza in cui il Noi aveva sovrastato di gran lunga l’io e quanti hanno sperato che questo Noi fosse per sempre. L’età adulta ha spesso la funzione del nuovo parroco venuto da fuori che rischia solo con la sua presenza di spazzare via il tutto.

Massimiliano Franzoni

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