L’Europa e l’accoglienza dei migranti: coraggio e lucidità per rilanciare il sogno comune

Gli eventi drammatici legati al fenomeno delle migrazioni sono di giorno in giorno più dolorosi e preoccupanti. Come Presidenza nazionale dell'Azione Cattolica italiana desideriamo unirci alla preghiera del Papa e della Chiesa, affinché il Signore possa dare sostegno e consolazione all'umanità afflitta e in cerca di speranza.

I fatti delle ultime settimane rivelano con la potenza delle immagini una verità già ben nota. La presenza dei migranti nel cuore dell'Europa, da Budapest a Berlino, da Vienna a Londra, mostra in modo evidente che la questione migratoria riguarda tutti gli Stati europei, e non solo quelli affacciati sul Mar Mediterraneo. E che non si tratta di un fenomeno contingente, ma radicato nella storia plurisecolare del nostro continente. Per troppo tempo, invece, il fenomeno migratorio verso l'Europa è stato rappresentato come un'emergenza, da affrontare con azioni umanitarie ma non con interventi strategici e pianificati.

Proprio nel momento di grave crisi attuale, tuttavia, occorre recuperare lucidità di analisi e coraggio per compiere scelte decisive. È bene dunque tenere distinti due piani. Da un lato bisogna ricordare le cause profonde che spingono i migranti a scappare dalle terre d'origine: esse sono spesso legate anche a scelte economiche e politiche rispetto alle quali l'Occidente ha molte responsabilità, passate e recenti. In secondo luogo, il giudizio globale nei confronti del fenomeno migratorio va tenuto distinto dalle modalità di gestione dell'accoglienza. E in questo l'Europa si è dimostrata fragile e disunita, non riuscendo a mettere in campo un vero piano d'integrazione ma lasciando spazio, nei singoli Paesi, a situazioni sempre più emergenziali e disumanizzanti. Un problema strutturale come quello delle migrazioni, invece, non può che prevedere una risposta corale e collettiva dell'intero continente europeo.

È sul governo di queste questioni che l'Europa morirà o potrà risorgere. Come ha ricordato anche il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, il sogno europeo nacque come risposta profetica alla Seconda Guerra Mondiale, con uno scatto in avanti della coscienza comune, alla ricerca di una pace vera. È dunque sulla capacità di rispondere alla crisi attuale del sistema internazionale, che Papa Francesco ha definito «Terza Guerra Mondiale a pezzi», che l'Europa è chiamata a misurare il suo calore attuale. Per questo sembrano inopportune proposte emergenziali come la sospensione degli accordi di Schengen: il progetto europeo vacilla se mette in discussione i suoi stessi capisaldi, ovvero quella cultura dell'incontro che animò i padri fondatori.

Come soci di Azione Cattolica sentiamo la responsabilità di promuovere riflessioni costruttive e concrete azioni di accoglienza e fraternità, che non siano dominate dalla paura e dallo sgomento. Mentre capita spesso di leggere o ascoltare slogan vuoti e argomentazioni superficiali, esortiamo i soci di AC a considerare il fenomeno migratorio nella sua complessità. In quanto tale, esso potrà risolversi non grazie a un singolo evento, ma avviando un processo che abbia al centro la dignità della persona e lo spirito evangelico di misericordia e accoglienza. Allo stesso tempo, nessuno può sentirsi estraneo alle vicende di questi giorni. Ciascuno di noi, dunque, ha il compito di non lasciare prevalere l'indifferenza e la superficialità, ma di impegnarsi in prima persona, anche nei propri contesti locali, affinché la solidarietà e la sapienza prevalgano sull'egoismo e l'impulsività.

Presidenza nazionale Azione Cattolica Italiana

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