Ciao Gianni

Ci ha lasciato qualche giorno fa, per fare ritorno alla casa del Padre, il diacono Gianni Lommi. Era molto conosciuto a Fidenza per il suo passato di campione di pugilato. Gianni ha dedicato diversi anni della sua vita al diaconato permanente, in particolare prestando servizio presso la Casa Protetta di Fidenza.

Quando vedevi Gianni correre in sella alla sua bicicletta, era sempre una gioia con quel suo sorriso intenso, che non negava mai a nessuno. Non mancava di una parola, di un racconto dell’ultimo pellegrinaggio o di un ricordo del passato. La sua era una fede profonda segnata dalla devozione, che non sfociava però mai nel devozionismo. Era una fede ubbidiente, anche quando non riusciva a comprendere le scelte della sua chiesa ma in primo luogo era un fede piena di umanità, silenziosa e al servizio degli ultimi. In questo rispecchiava pienamente l’essenza del servizio del diaconato.

Lo vogliamo ricordare tramite un’intervista rilasciata nel 1998 al settimanale Polis in cui si infervora al ricordo delle sue vittorie e anche sconfitte sportive, come gli accadeva ancora spesso nonostante fossero passati tanti anni.

Gianni Lommi: l’uomo che sfidò Benvenuti

Nessun fidentino, che abbia superato gli “anta”, può dimenticarsi l’emozione vissuta, com’era uso in quei primi anni sessanta o con l’orecchio incollato alla radio o passandosi voce di casa in casa, in quel ’62 che resterà sempre impresso indelebile nella leggenda di “borgo”. Nel tempio della boxe nostrana, il Palalido di Milano, si affrontavano il campione italiano dei medi Nino Benvenuti, che di lì a poco sarebbe divenuto l’indimenticabile campione mondiale del Madison Square Garden, e una giovane promessa della boxe italiana il quasi imbattuto Gianni Lommi. Alla quinta ripresa succede, quello che non ti aspetti, Lommi va al tappeto in preda a quella che in gergo viene definita “la bambola” ed è costretto a ritirarsi. Dopo tanti anni Gianni non si rassegna. “Quella sera è successo qualcosa di poco chiaro. Mi sono sentito male e lo stesso Benvenuti, da me contattato tempo dopo, mi ha confessato che ci furono dei movimenti strani”. Se non ci fosse stato quell’incidente probabilmente al Madison avremmo visto un borghigiano del sasso. Chissà. “Li terminò la mia carriera che era stata peraltro molto brillante con solo 5 sconfitte. Avevo già combattuto per il titolo con Fortillo, finendo in parità anche in quel caso con un verdetto scandaloso. Avevo sconfitto gente come Carlos Duran e il campione di Francia Jean Ruellet”. Oggi Gianni si divide tra la sua attività di gommista “destinata a passare al figlio” e il suo impegno ecclesiale. Ci mostra con orgoglio il suo diploma della scuola di teologia. Insomma un gigante buono che tutti vorrebbero avere come concittadino.

Da Polis del 20 novembre 1998

Ciao Gianni!!!

Massimiliano Franzoni

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