Un manifesto per la buona politica
Mentre da qualche mese è stato avviato il percorso del secondo anno della Scuola di Formazione all'impegno sociale e politico dell'Azione Cattolica Diocesana, l'associazione ha deciso di rendere pubblico il testo definitivo del "Manifesto per la buona politica" elaborato nel corso del primo anno di formazione.
Spiritualità, dialogo, partecipazione e bene comune sono le parole essenziali che scaturiscono nel documento dell'Azione Cattolica.
"La spiritualità è la dimensione fondamentale dell'uomo", per questo si ritiene necessario il nutrimento quotidiano con "la Parola di Dio, letta, meditata e accolta" anche per i cristiani che decidono di impegnarsi in politica. L’elaborazione di una regola di vita è essenziale per maturare un’etica personale e pubblica. In questo modo il cattolico impegnato in politica potrà leggere gli avvenimenti alla luce del Vangelo e nel confronto con la Comunità.
Proprio il confronto interno alla comunità ecclesiale diviene essenziale per il laico cristiano impegnato in politica. Per questo si chiede che vengano individuati luoghi di incontro e confronto fra politici cristiani di ogni schieramento e le comunità parrocchiali, diocesana, associativa o di movimento. Tale luoghi possono essere lo strumento per elaborare piattaforme condivise di proposta e impegno, senza guardare alle appartenenze e alla luce della Dottrina Sociale della Chiesa.
Il compito di riattivare la partecipazione sociale è tra i principali dei cristiani che scelgono l’impegno politico. È da rifuggire la politica come semplice scontro tra comitati elettorali, che si formano unicamente nelle scadenza di mandato previste. È necessario riprendere in mano i luoghi della partecipazione in primo luogo i partiti previsti dalla nostra carta costituzionale. Essi rimangono strumenti essenziali per la vita politica del nostro paese. I partiti devono essere luoghi di elaborazione e discussione e allo stesso tempo case aperte, democratiche e trasparenti. Lo stesso deve avvenire per i sindacati e per le associazioni di categoria, che non possono limitarsi alla loro, seppure importante, funzione rivendicativa. Essi devono tornare ad essere luoghi di rappresentanza in particolare dei soggetti più deboli e parallelamente spazi per l’elaborazione di un progetto sociale legato al mondo del lavoro e dell’economia.
Politici, sindacalisti e rappresentanti di categoria operino per il bene comune ispirandosi alla Dottrina Sociale della Chiesa. Ogni singola azione e ogni piccolo provvedimento devono ispirarsi ad una visione globale, che sia utile al quartiere, alla città e al paese. Per promuovere questo modello la comunità cristiana di Fidenza si deve impegnare a promuovere progetti di partecipazione e cittadinanza attiva già a partire dall'impegno educativo verso i giovanissimi.
Massimiliano Franzoni
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