Invito alla lettura - Quel che resta dei cattolici

Quel che resta dei cattolici

Inchiesta sulla crisi della Chiesa in Italia

Autore Marco Marzano

Editore Feltrinelli - Serie bianca

Pagine 256

Anno 2012

Prezzo Euro 16

Marco Marzano insegna sociologia all’Università di Bergamo. È autore di manuali (Etnografia e ricerca sociale, Laterza, 2006) e di inchieste etnografiche: sulla Lega Nord, sul morire di tumore (Scene finali. Morire di cancro in Italia, Il Mulino, 2004), sulla religiosità popolare (Cattolicesimo magico. Un’indagine etnografica, Bompiani, 2009). Ha fatto parte della redazione di “Rassegna Italiana di Sociologia” oltre ad aver fondato e diretto la rivista “Etnografia e Ricerca Qualitativa”.

La fine del cattolicesimo sociologico in Italia è ormai un dato acquisito non solo dalle molteplici ricerche che si ricorrono ormai a ritmo serrato. Ogni scuola sociologica, anche quelle più vicine al mondo cattolico, sembrano averne fatto un punto di partenza per ogni ragionamento sulla realtà complessiva del nostro paese.

Anche Marco Marzano in questo volume ne fa una base essenziale del suo peregrinare su e giù per lo stivale. Quello, che manca al professore torinese, è un passaggio ulteriore sugli esiti di questa trasformazione, che non solo è in atto ma pare già assolutamente consolidata. L’Italia è forse l’ultimo dei paesi europei ad entrare nell’era del post-cristianesimo e pare l’unica nazione del vecchio continente a non aver trovato un ethos condiviso in sostituzione della plurisecolare morale cattolica. I francesi hanno ritrovato gli elementi fondati della loro nazione attingendo ai temi della rivoluzione giacobina, come dimostrano anche gli ultimi luttuosi avvenimenti di Parigi, mentre i tedeschi hanno attinto nella loro idea di nazione comunità forte e protettiva, sotto lo slancio della riunificazione. Marzano non ci dice niente e non ci indica piste da sviluppare. Si limita a fare una caricatura di quel che resta del cattolicesimo nel nostro paese, dimenticando pure a tratti che i cattolici italiani rimangono, a tutt’oggi, la più forte realtà sociale organizzata, anche prescindendo dai poteri gerarchici.

Non mancano però nel volume spunti di riflessione interessanti per la comunità ecclesiale. I sacramenti, che pare non conoscano crisi, sono sempre più riti di passaggio soggetti alla concorrenza delle ritualità pagane. Si veda a proposito quanto accaduto alla festività di Ognissanti ormai sostituita in modo prepotente da Hallowen. Nei vari uffici diocesani e della CEI ci si interroga spesso sull’iniziazione cristiana, mancando però la prospettiva delle trasformazioni in atto e giocando prevalentemente in difesa. Questo non vale però unicamente per i sacramenti dell’iniziazione cristiana ma anche il matrimonio e il funerale sono fortemente esposti alla possibilità di alternative concorrenziali.

Sempre caricaturale è l’indagine fatta nel capitolo centrale del volume sul ruolo e la partecipazione dei laici alla vita della Chiesa. Seppure spietato lo scenario che ne esce, esso è pur sempre utile per evidenziare come il fallimento degli organismi di partecipazione e il predominio clericale anche su quelle che il Concilio definisce “le cose del mondo”, non fanno che aggravare la situazione di crisi delle nostre comunità.

Molto interessante è invece la parte terza del libro in cui Marzano si sofferma sul ruolo dei Movimenti ecclesiali, prendendo in particolare in esame, dal di dentro, il Cammino Neocatecumenale. Il ruolo del leader, l’opacità del tema denaro e risorse, la mancata integrazione con le realtà parrocchiali e diocesane, la chiusura verso l’esterno quando questo non è egemonizzabile, sono solo alcuni dei limiti dei Movimenti, tanto che Marzano arriva a definirli “sette religiose”. Pur non negando probabili esagerazione è pur vero che molte delle caratteristiche evidenziate dall’autore possiamo notarle quotidianamente nelle nostre Diocesi dove operano i movimenti, anche se non dobbiamo cadere nella trappola di giudicarli tutti allo stesso modo, persistendo in essi molte differenze. Una maggiore attenzione da parte della gerarchia e del laicato più maturo non farebbe certamente male.

Nonostante il suo lavoro, che davvero in molti brani non sembra animato da grande equilibrio, al termine Marzano è costretto ad ammettere: “In generale ho trovato un mondo che, pur segnato da una crisi e da uno smarrimento profondi, è tuttora vivo, ricco di energie, di risorse umane e spirituali e, quel che più conta per rimanere “un mondo”, è ancora oggi animato dal desidero di tanti suoi affiliati di “stare insieme”, di confrontarsi, di partecipare a imprese comuni, di non rinunciare ad agire, a ogni livello, come soggetto collettivo, di evitare la solitudine dell’individualismo”.

Non è che per ricostruire un ethos condiviso in Italia si debba sempre e comunque ripartire dai cattolici?

Massimiliano Franzoni

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