Santo Natale 2012
Carissimi,
il Natale, che ci apprestiamo a vivere, è particolare per il coincidere di due grandi avvenimenti. Il Signore viene ad abitare in mezzo a noi mentre la Chiesa Universale sta vivendo l'Anno della Fede, a cinquant'anni dall'apertura del Concilio Ecumenico Vaticano II.
Il Concilio fu un avvenimento che scosse in profondità non solo la Chiesa Cattolica e i credenti di tutto il mondo ma tutti la comunità mondiale ostaggio delle contrapposizioni tra Est ed Ovest. Giovanni XXIII, indirizzando la sua enciclica Pacem in terris a "tutti gli uomini di buona volontà", aveva aperto uno spiraglio di dialogo, mettendo in chiaro a tutti che su valori fondamentali come la Pace e la Giustizia non ci dovevano essere barriere ideologiche e di credo religioso ma che tutti dovevano impegnarsi per migliorare l'umanità.
Oggi Benedetto XVI invita tutti i credenti a "credere con il cuore", a manifestare la propria fede con "la bocca" e ad operare nella carità. Lo stupore del Bambino, che nasce a Betlemme il più piccolo capoluogo di Giuda, è per noi credenti il compimento della promessa di Salvezza che Dio fece al popolo d'Israele e attraverso la tradizione apostolica trasmise a noi cristiani e a tutti i popoli della terra. Quel Bambino ha però da sempre parlato e interrogato tutti indipendentemente dal credo e dalle convinzioni professate.
Dio sceglie, per dar compimento alla sua promessa, la debolezza. Sceglie il più piccolo capoluogo della Giudea, sceglie una mangiatoia in una stalla e sceglie come destinatari del primo annuncio i pastori. Il Dio Onnipotente, che si fa debole, ha sempre colpito la sensibilità di ogni uomo credente o non credente e ha fatto in modo che nascesse quel sentimento di Natale, che purtroppo nel tempo è stato usato per finalità tutt'altro che pure.
Quella debolezza interroga noi credenti e chi non si dichiara tale ancora oggi quando la forza in prevalenza quella economica sembra non permettere più di ritornare all'uomo. Oggi non possiamo però tacere con la debole forza di quel Bambino che ha vinto il mondo. Dobbiamo tornare a gridare con tutta la nostra voce, come ci invita a fare Papa Benedetto che prima dell'economia c'è l'uomo, prima della politica c'è l'uomo, prima degli integralismi c'è l'uomo, prima delle divisioni c'è l'uomo…
In questo Natale da uomini di Fede preghiamo il Salvatore del mondo, nato debole in una mangiatoia, perché ci consenta di essere vicino a chi ha perso il lavoro, a chi è vittima della persecuzione e del fanatismo religioso, a chi è solo, alle famiglie in difficoltà e a quelle divise, ai bambini e ai giovani a cui è stato rubato il futuro. Il Gesù debole, che è venuto per salvare ogni uomo indipendentemente da come si professa, faccia sentire ad ognuno la nostra presenza e la forza del nostro essere testimoni di carità.
Un augurio di speranza e di impegno che voglio indirizzare a tutti gli uomini di buona volontà ed in particolare a tutti i soci dell'Azione Cattolica di Fidenza, agli assistenti diocesani, a tutti gli amici delle Associazioni Diocesane della nostra regione e a tutti coloro che avranno modo di leggere queste poche righe.
A voi, alle vostre famiglie e ai vostri cari un caldo abbraccio.
Buon Natale.
Massimiliano Franzoni
Presidente Diocesano