Simona Beretta: “Bene comune è la vocazione ad amare il prossimo”

"Con ciascuno per il bene di tutti. Bene comune" era il titolo del primo incontro del secondo anno della Scuola di Politica Diocesana organizzata dall'Azione Cattolica. Il titolo è stato particolarmente apprezzato dalla relatrice, la Prof.ssa Simona Beretta, docente di politica economica all'Università Cattolica di Milano.

"Il bene comune – ha detto – è parte della vocazione ad amare il prossimo, che è ragione di vita per ogni cristiano". Il bene comune diviene il bene di tutti e quindi "la vocazione del cristiano all'impegno per la comunità". Purtroppo però la situazione attuale ci spinge ad affermare, che il bene comune è uscito dall'orizzonte delle azioni non solo degli uomini politici ma anche dei singoli cittadini, che tengono sempre più a lavorare per l’interesse e la prosperità personali. Per questo colpiscono le parole di Papa Francesco "Senza Gesù Cristo la Chiesa è un Ong pietosa". L'affermazione ha una doppia valenza: non solo pietosa nel senso che attua iniziative di pietà, "ma il cardinale Bergoglio – ha detto la Beretta – che conosce bene l’italiano, intendeva anche un Ong di modesto valore".

Lo stesso rapportarsi con le istituzioni è stato argomento dell’intervento della docente della Cattolica. "Se le istituzioni vengono continuamente e unicamente dileggiate, la speranza viene a mancare. Come credenti dobbiamo convivere con le contraddizioni, anche quelle che si vivono quotidianamente all'interno delle istituzioni. Se stiamo nelle istituzioni potremmo agire facendo in modo che il bene di ciascuno divenga il bene di tutti, attuando il prendersi cura che è parte anche della missione politica".

Simona Beretta ha poi indicato quale uno dei principali elementi della crisi economica, che sta colpendo in modo intenso il nostro paese, il forte calo dei risparmi di aziende e famiglie. La risposta a questa crisi sembra però giocarsi su due estremi negativi, che appaiono in modo evidente anche dall'ultimo risultato elettorale, emotivismo e fideismo. L’azione politica oggi necessaria è quindi quella di far tornare le persone ad uscire dalle opinioni e dalla ricerca di un verità cieca racchiusa sulla rete oppure in qualche espressione scientifica. Non esiste una disciplina che ha in se la verità completa ma solo il dialogo e la promozione umana permettono di trovare delle soluzioni. In questo senso anche la politica di per sé stessa non salva gli uomini.

Il nostro paese deve tornare a crescere nel senso che auspicava Paolo VI: fare, conoscere ed avere di più per essere di più. Per attuare questo processo è necessario continuare a coltivare la speranza, nella consapevolezza che nel dopoguerra un manipolo di cristiani ha cambiato il paese, perché non può tornare a farlo ora.

La docente ha poi invitato a non creare demoni come ad esempio la finanza. Quest'ultima è stata creata da cristiani per permettere di attraversare il tempo attraverso prestiti di denaro, che sostenevano soprattutto le fasce più deboli della popolazione. Oggi è necessario fare in modo che la finanza torni ad essere legata al mondo reale.

Tutti gli elementi sopraindicati ci spingono a dire "che la politica è strettamente legata alla partecipazione".

Sono seguite molteplici domande ed un accesso confronto alla presenza del Vescovo Carlo sempre fortemente partecipe della Scuola di Politica.

Massimiliano Franzoni

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