AC Giovani e Ragazzi insieme a Caderzone
È stata una scelta alquanto felice quella del Consiglio Diocesano dell’Azione Cattolica di Fidenza di svolgere i tradizionali campi scuola di Giovani e Ragazzi insieme a Caderzone (TN) presso la Casa Madonna delle Nevi di proprietà della Diocesi.
Sono tante le motivazioni che ci hanno spinto in questa direzione, ma quella che emerge anche dalle testimonianze dei responsabili di settore (riportate nei rispettivi articoli sul sito), è di una grande famiglia di Azione Cattolica che accompagna nella continuità i piccoli dell’ACR, come i giovani dell’AC Giovani sino alla testimonianza di educatori adulti. È la Chiesa. Per questo è ancora più significativo che l’esperienza si sia svolta in una struttura diocesana. L’AC cammina per la Diocesi e con la Diocesi, perché è parte essenziale di essa e vuole esserne il sostegno continuo e forte.
A dimostrazione di tutto questo la breve e intesa visita di saluto del Vescovo Carlo, che ha voluto condividere la tavola con i ragazzi e i giovani dell’AC, con i loro educatori e sacerdoti. Il Vescovo è guida di una Chiesa diocesana in cammino nella continuità delle diverse età.
Un sentito ringraziamento l’Azione Cattolica vuole farlo ai gestori della casa i coniugi Bonvini e i loro collaboratori, che ci hanno accompagnato nel nostro soggiorno con discreta disponibilità e grande attenzione, compendiando anche loro, molto bene, il senso di famiglia obiettivo del nostro soggiorno.
Massimiliano Franzoni
Presidente Diocesano Azione Cattolica
Giovani Ac di Fidenza a Spello: amicizia, preghiera, corresponsabilità
La Casa San Girolamo di Spello è stato teatro, dal 31 luglio al 3 agosto, del primo campo per giovani universitari e lavoratori del settore giovani dell’Azione cattolica diocesana di Fidenza. Argomento della tre giorni è stato “Ordinare le cose del mondo secondo Dio – Essere educatori un esercizio di corresponsabilità”. Partendo dalla Parola, don Ugo Ughi ha accompagnato i giovani attraverso i documenti del Concilio, in particolare Lumen Gentium e Apostolicam Actuositatem, affrontando il tema della responsabilità dei laici nella missione della Chiesa e dell’importante ruolo che spetta all'Azione cattolica. Le giornate sono state scandite dalla preghiera, dalla riflessione e dallo scambio di esperienze. Si è anche riflettuto sull’impegno educativo a partire dalla ricerca sulla condizione giovanile a Fidenza intitolata “Generazione facebook” e coordinata da Pier Paolo Triani. Non priva di emozione la partecipazione, il 2 agosto, a Santa Maria degli Angeli alle celebrazioni del Perdono di Assisi. Di seguito, la testimonianza di una giovane partecipante.
L’enciclica dei gesti scomunica e accoglie
L’enciclica dei gesti è così che ormai unanimemente è stato ribattezzato il piano pastorale, mirabilmente illustrato nell’Evangelii gaudium, di Papa Francesco.
Bisogna però prestare attenzione e non lasciarsi prendere dalle parodie giornalistiche e dal tentativo per certi versi spregiudicato dei media di trasformare il Papa in una macchietta del buon cuore o in una starlette da talk o da fiction.
Bergoglio è un gesuita e il suo piano pastorale non può non introdurre una continuità di dottrina con il Concilio, vero faro della Chiesa Universale, con elementi di rottura rispetto a una prassi pastorale stanca e stantia.Incontrando i delegati dell’Azione Cattolica nel maggio scorso ha fatto un’affermazione molto forte, che è il segno predominante di questo suo primo anno di ministero. Non possiamo rinchiudere Gesù Cristo nelle nostre Chiese. Dobbiamo lasciare che almeno Lui possa uscire per le strade.
Ordinare le cose del mondo secondo Dio
“Ordinare le cose del mondo secondo Dio” è il titolo del campo di spiritualità, che il Settore Giovani dell’Azione Cattolica Diocesana propone ai giovani dai 18 ai 30 anni.
Il campo si terrà dal 31 luglio al 3 agosto alla Casa San Girolamo di Spello (PG). La Casa voluta dall’Azione Cattolica nazionale rappresenta un polmone spirituale non solo per l’associazione ma per tutta la Chiesa italiana sulle orme di Carlo Carretto. La casa accoglie singoli e gruppi che vogliono sperimentare momenti di contemplazione, discernimento e vita spirituale.
Già dal titolo l’esperienza proposta dai giovani dell’AC di Fidenza vuole porre al centro la vocazione laicale a partire dai documenti del Concilio ed in particolare dall’Apostolicam Actuositatem. Il sottotitolo dell’esperienza è: "essere educatori – un esercizio di corresponsabilità". Molti giovani sono coinvolti nelle nostre parrocchie in impegni di educazione ed animazione, riscoprire questa loro vocazione e l’importanza del loro ruolo all'interno della Chiesa è uno degli obiettivi del soggiorno di Spello.
I campi dell’Azione Cattolica
Gioco, serate di animazione, gite ma anche formazione e preghiera sono i consueti ma sempre nuovi ingredienti, che rendono l’esperienza del campo di Azione Cattolica indimenticabile.
Anche quest’anno la proposta per Azione Cattolica Ragazzi, dalla quinta elementare alla seconda media, e Giovanissimi, dalla terza media alla quinta superiore, è indirizzata a tutti i ragazzi e i giovani della nostra diocesi e ai gruppi parrocchiali che fossero interessati.
I campi scuola si terranno in contemporanea dal 17 al 25 luglio a Caderzone, presso la Casa Madonna della Neve, che per l’occasione si trasformerà nella casa dei ragazzi della nostra Diocesi.
Matteo Truffelli presidente nazionale
Matteo Truffelli è il nuovo presidente nazionale dell’Azione Cattolica per il triennio 2014-17. Lo ha nominato il Consiglio Permanente della CEI e lo ha annunciato il presidente Cardinale Angelo Bagnasco nell’ultima Assemblea Generale dei vescovi italiani.
Parmigiano, 44 anni, Truffelli è sposato con Francesca Bizzi. È docente di Storia delle Dottrine politiche presso l’Università di Parma. Delegato regionale di AC per l’Emilia Romagna negli ultimi due trienni (dal 2008 al 2014). Ha diretto l’Istituto per lo studio dei problemi politici e sociali "Vittorio Bachelet", del cui Consiglio scientifico è attualmente membro.
"Accolgo la designazione – ha affermato il neo presidente – alla presidenza nazionale dell’Azione Cattolica Italiana esprimendo innanzitutto tanta gratitudine al Consiglio nazionale dell’Associazione e ai Vescovi italiani, che mi hanno chiamato a un responsabilità bella e impegnativa. A tutti i nostri Vescovi mi sento di dire in questo momento che, come abbiamo scritto nel Messaggio finale della XV Assemblea nazionale dell’AC, noi siamo, nei piccoli centri di mare o di montagna, come nei conglomerati urbani, nei quartieri dove straripa il malaffare e nelle cittadine operose e produttive. Ci siamo per sostenere la ricerca di senso e di speranza che alberga nel cuore di ciascuno. Ci siamo per costruire "sentieri di gioia" con i ragazzi, i giovani e gli adulti dei nostri territori. Ci siamo per testimoniare l’amore privilegiato di Dio verso chi si sente vinto dalle difficoltà, in particolare i giovani senza lavoro, le famiglie in crisi, gli anziani soli, gli immigrati sfruttati, i poveri senza speranza".
Testimoni di un'AC missionaria in cammino
Giampiera, presidente parrocchiale di San Lorenzo in Monticelli d’Ongina, e Paola, presidente parrocchiale dell’associazione che unisce le parrocchie di San Giuseppe Lavoratore e San Paolo, ci lasciano la loro testimonianza dell’incontro con Papa Francesco avvenuto in Aula Nervi al termine della XV Assemblea Nazionale.
"Per me l’incontro con Papa Francesco è stato breve nel senso, che avrei voluto fermare quella mezz’ora circa, in cui è rimasto con noi in un flash da poter rivedere (cosa che ho potuto fare grazie ai video in rete) e in un certo senso rivivere. L’incontro è stato però molto intenso. La preghiera e l’ascolto di vari gruppi di Azione Cattolica in attesa dell’arrivo di Papa Francesco hanno contribuito a creare un clima di comunione e condivisione della nostra esperienza associativa presente in tutta Italia e in diversi paesi del mondo.
Insieme in Europa
Rilanciare il "sogno" europeo per ridare speranza e futuro agli europei
Insieme in Europa, ogni giorno
L’Europa è parte della nostra vita quotidiana. Anche quando non ce ne accorgiamo, siamo proiettati in una dimensione politica, legislativa, economica, culturale che va ben oltre i confini della realtà nazionale. Del resto le sfide che sono imposte all’umanità nella cosiddetta “era globale” superano le frontiere e pongono alle nostre generazioni problemi spesso comuni, che richiedono convincenti risposte comuni. In Europa siamo titolari di un’ampia sfera di diritti, nuovi ed ulteriori rispetto a quelli nazionali, in quanto lavoratori, imprenditori, consumatori, viaggiatori, cittadini. In questo senso l’Unione Europea rappresenta, nonostante le tante difficoltà che sono sotto i nostri occhi, una forma moderna, complessa, tuttora credibile, di democrazia capace di garantire un futuro migliore per gli stessi europei.
Rimanere, andare e gioire
Sono tre le parole che Papa Francesco ha lasciato ai delegati alla XV Assemblea Nazionale e ai presidenti parrocchiali dell’Azione Cattolica, incontrandoli in Aula Nervi: rimanere, andare e gioire.
Ha affermato che rimanere non significa rimanere chiusi ma “Rimanere con Gesù, rimanere e godere della sua compagnia”. Il secondo verbo è andare. “Mai un’Azione Cattolica ferma, per favore!...Andare per le strade delle vostre città e dei vostri Paesi, e annunciare che Dio è Padre e che Gesù Cristo ve lo ha fatto conoscere, e per questo la vostra vita è cambiata..”.
“E infine, gioire. Gioire ed esultare sempre nel Signore! Essere persone che cantano la vita, che cantano la fede”.
L’Europa vera
All’inizio dell’anno, in una sua intervista al quotidiano La Stampa, l’allora premier Enrico Letta paventava un confronto aspro tra partito pro e contro Euro, come scenario della campagna elettorale per il rinnovo del Parlamento Europeo. Le prime avvisaglie della campagna per le elezioni del prossimo 25 maggio paiono rispettare su tutto il territorio europeo, con toni aspri ed alleanze trasversali alle stesse nazioni, le previsioni dell’ex premier.
È lecito chiedersi come mai siamo arrivati ad un referendum pro o contro l’integrazione europea. Le caratteristiche di uno stato sono battere moneta, amministrare la giustizia e avere una politica estera e un sistema di difesa comuni. Già negli anni cinquanta Alcide De Gasperi, europeista convinto, propose un esercito europeo segno tangibile per dare il via ad un processo di integrazione europea. Alla proposta del presidente del consiglio italiano si opposero con decisione i maggiori leader europei, primo tra tutti il presidente francese Charles De Gaulle. Era evidente a tutti come non ci fosse la volontà di cedere parte della sovranità dei singoli stati. Le due guerre mondiali nate in Europa non avevano ancora insegnato nulla e il sentimento europeo, pur portato avanti da grandi personalità come lo stesso De Gasperi, Adenauer e Schuman, non aveva riscontri positivi nelle cancellerie.